mercoledì 20 ottobre 2004

Francesco e il Sultano: qualche riflessione

Poco dopo la tragedia dell'11 settembre, lessi su di un giornale che un gruppo di francescani americani aveva manifestato l'intenzione di recarsi in Afghanistan per tentare di convertire alla vera fede nientepopòdimenochè il famigerato Osama Bin Laden.
Evidentemente il progetto (sebbene positivo) abortì subito, visto che mai più se ne parlò.
Ora proviamo per un attimo ad immaginare quale effetto avrebbero potuto sortire su quest'uomo le parole d'un frate che fosse riuscito a trovarlo (alla faccia della Cia) e così si fosse espresso: "Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione di lui quanti uomini potete. Se invece voi voleste conoscere, confessare ed adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi!".
Orrore! Diremmo noi, non si usano queste parole! Bisogna rispettare le regole d'un sano dialogo ecumenico. Non si può offendere in questo modo la sensibilità dei fratelli musulmani già vessati in passato dalle esecrabili crociate, poi dal feroce colonialismo occidentale ed oggi ridotti alla miseria a causa del noto ed infido complotto demoamericoplutogiudaico! (ovviamente è un particolare irrilevante se i capi di questi paesi – ce ne fosse uno democratico – galleggiano nell'oro nero i cui proventi vanno giammai a beneficio del popolo bensì a finanziare edificanti capolavori di macelleria stragista su scala globale).
Come modello esemplare della cultura cristiana del dialogo, eccolo qui, il nostro S. Francesco, preso momentaneamente a prestito dal WWF dove era (pare) impegnato a fare amicizia con le balene in via d'estinzione.
Con tutto il rispetto per le balene, però, tutti si ricordano di lui e della sua storica visita al sultano Melek-el-Kamel, soltanto ora, come fulgido esempio di corretto ecumenismo e di moderna tolleranza.
Anche se così fosse (ma non lo è) dovremmo concludere che furono dei perfetti idioti tutti coloro (cominciando dai papi) che ritennero doveroso difendere la cristianità dagli assalti dei seguaci di Maometto nel corso dei secoli. Chi mi conosce sa che sono originario della Sicilia. Ebbene le coste vicino al mio paese sono piene di torri d'avvistamento che servivano ad allertare la popolazione nel caso si verificassero incursioni saracene.
Ogniqualvolta questo accadeva il primo ad essere sgozzato era il prete del paese, a seguire tutti gli altri ivi compresi bambini e donne, cui, come potete immaginare, era riservato un trattamento speciale.
E se non bastassero i martiri di ieri e di oggi a dare la loro testimonianza col sangue, a partire proprio dai primi discepoli di S.Francesco fino a Charles de Foucauld, come non ricordare quello sterminio spaventoso compiuto nei primi decenni del secolo XX, dai turchi, contro i cristiani armeni, un vero e proprio olocausto cui lo stesso Hitler si ispirò quarant'anni dopo per perpetrare il suo, più noto, contro gli ebrei?
Ma torniamo al nostro Francesco e alla nostra spiritualità. Il Santo fu il primo a dare precise norme di comportamento nella sua prima regola non bollata, ai frati che intendessero recarsi nei paesi musulmani o genericamente pagani (FF. 42-45). Giova ricordare che esse risalgono probabilmente al 1221. Le suddette indicazioni appaiono di nuovo ma più sfumate e mitigate nella regola bollata del 1223 (FF. 85 e 107), comunque successive al suo viaggio in Oriente dove egli stesso aveva provato sulla sua pelle le difficoltà che una tale missione avrebbe comportato.
Nell'estate del 1219 si era, infatti, imbarcato (dopo precedenti tentativi andati male) ad Ancona per raggiungere Acri e poi Damiata, dove l'esercito crociato era schierato contro quello musulmano. Nell'autunno di quello stesso anno, ottenne dal legato pontificio il permesso di recarsi a suo rischio e pericolo, dal Sultano.
Cosa voleva fare Francesco? Dargli una pacca sulle spalle? Assicurargli che se ne poteva discutere, che in fondo il Vangelo non è una discriminante ecc.ecc. prendere le distanze dai sanguinari crociati? (A proposito vi ricordo che pure il nostro Luigi IX perì durante una crociata, che vogliamo fare: decanonizzarlo per questo?)
Alla faccia dei benpensanti, sappiamo con dovizia di particolari come andarono effettivamente le cose, perché il compagno d'avventura del santo, frate Illuminato, ci lasciò questo testuale e vivo ricordo. Dopo essere scampato per miracolo alla morte e aver subito dai musulmani percosse sanguinose, arrivò il santo finalmente davanti al Sultano. Vi consiglio di leggere il testo vivacissimo delle Fonti Francescane (FF. 2690-2691).
Alla fine Francesco concluse: " …i cristiani agiscono secondo giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono, perché voi bestemmiate il nome di Cristo e vi adoperate ad allontanare dalla religione di Lui quanti più uomini potete. Se voi invece voleste conoscere, confessare ed adorare il Creatore e Redentore del mondo, vi amerebbero come se stessi".
In pratica, dopo la sua conversione, tutta la vita di S. Francesco fu segnata semplicemente dall'ansia non di dialogare accademicamente con i musulmani (o i pagani in genere) ma di convertirli a Gesù Cristo, predicando il Vangelo in modo così esplicito da meritare la morte per mano loro. E si badi bene, questa è la stessa persona che compose il Cantico di Frate Sole, le Laudi, le Preghiere, la Regola per i frati ed il Terz'Ordine. Mi spiace per i cultori di Francesco, giullare e scemo del villaggio che annusa i fiori e parla con gli uccellini. Questo Francesco non è mai esistito. E spero che ciò basti a chiarirci le idee a e a parlare con la cognizione dei fatti e della storia, perché, come diceva Wittgenstein: "sulle cose che non si sanno non è il caso di esprimersi".

Antonio Fasolo Ofs

Articolo apparso su: Squilla Francescana
Mensile della Fraternità di S. Antonio
Roma, Gennaio 2003

Per la bibliografia:
Vittorio Messori, Pensare la storia - una lettura cattolica dell'avventura umana, Edizioni San Paolo, Torino 1995
Regole ed Esortazioni XVI (FF. 42-45), da Fonti Francescane, Edizioni Messaggero, Padova 1990
Regola Bollata III; XII (FF. 85 e 107), da Fonti Francescane, Edizioni Messaggero, Padova 1990
Ricordi di Frate Illuminato 1-2 (FF. 2690-2691), da Fonti Francescane, Edizioni Messaggero, Padova 1990